San Lorenzo dell' Escorial diventa importante nell'anno 1557, quando il re Filippo II decide di costruire, in piena Sierra di Guadarrama, ai piedi del monte Abantos, un monastero per commemorare il trionfo sul re di Francia nella battaglia di San Quintín.
I periodi di soggiorno dei re di Spagna in questa localitá diventano sempre più frequenti. Il caseggiato dei dintorni del monastero viene modificato nel secolo XVIII quando il re Carlo III incarica l'architetto Juan de Villanueva di costruire alloggi per le numerose comitive che l'accompagnano nelle sue partite di caccia.
Nel XIX secolo, l'arrivo della ferrovia contribuisce allo sviluppo di San Lorenzo dell'Escorial. Non si tratta solo dell'importanza monumentale della Località Reale, ma anche dell'atmosfera sociale che si sta creando in quell'ambito, scelto come luogo di vacanze dalle più prestigiose famiglie di Madrid che si uniscono alla magnificente corte estiva dei monarchi. Oggi, per la sua ineguagliabile situazione geografica e per il suo clima, fresco d'estate, San Lorenzo dell'Escorial, monumento grandioso, é un centro turistico di enorme importanza. Ci puó dare un'idea della sua fama universale il fatto che sia stato dichiarato Monumento Storico Artistico nel 1971 e che tredici anni dopo, il 2 novembre 1984, l'Unesco lo enumererà fra i monumenti d'interesse Mondiale. Inoltre, come disse Miguel de Unamuno dopo la sua prima visita al monastero, "è un luogo in cui ogni spagnolo dotato di consapevolezza storica della propria ispanicità dovrebbe recarsi almeno una volta nella vita, così come i pii musulmani visitano La Mecca".
Il Monastero
Carlo V è il fondatore dell'Impero; suo figlio Filippo II, desiderando dedicare al padre un grandioso mausoleo e per sè stesso costruire un luogo che fosse nel contempo tempio, panteon, centro di studio, rifugio di meditazione e solitudine, scelse come localitá San Lorenzo dell'Escorial, erigendovi un immenso monastero. Il monastero in questo modo divenne luogo di predilezione da chi desiderava offrire ai secoli futuri un'opera che sintetizzasse gli ideali imperiali di Filippo II.
Grandi esponenti dell'umanesimo rinascimentale aiutarono il re nel suo progetto, di simmetria e di equilibrio, senza dimenticare per un momento il carattere di austerità che considerò indispensabile e di cui si circondò sempre. Il tutto venne compreso in un immenso quadrilatero di granito e lavagna in cui erano dislocati sedici cortili e quindici chiostri. Un superbo colonnato, una statua di San Lorenzo e lo scudo imperiale sono gli elementi che costituiscono le decorazioni della facciata principale. Il cortile dei Re si apre all'entrata con la facciata della basilica sullo sfondo. Gli é stato dato il nome di «Anticamera dell'eternità» e in esso si possono ammirare le statue che rappresentano i re di Giudea. Nel modo di distribuire le varie dipendenze (biblioteca, basilica, chiostri, eccetera) Filippo II volle rappresentare il punto d'incontro tra religione e cultura umanistica.
La biblioteca con la sua decorazione rinascimentale, in cui risalta la volta dipinta da Pellegrino Tibaldi, conserva i ricchi fondi documentali che comprendono manoscritti arabi ed ebraici e, anche, la biblioteca personale di Filippo II. Il pavimento è di marmo grigio e lungo i muri si susseguono gli scaffali, disegnati da Juan de Herrera ed intagliati da Giuscppe Flecha y Gamboa. Tra le opere uniche ed i manoscritti che vi si conservano ci sono i Cantici di Alfonso X il Saggio ed il Codice Virgiliano. Il monastero é un autentico simbolo del potere dell'Impero spagnolo del secolo XVI. La parte centrale è occupata dalla chiesa, che ha quarantatrè altari, tutti con pala dipinta. I soffitti sono decorati con affreschi di Luca Giordano e, in ciascuno dei lati dell'altare maggiore, i cenotaffi di Carlo V e Filippo II, opera di Pompeo Leoni.
Il Panteon dei Re conserva i resti di tutti i monarchi spagnoli, da Carlo I fino ad Alfonso XIII. Una galleria di marmo conduce al Panteon degli Infanti.
I dipinti e le sculture del Monastero sono numerosi e di grande importanza artistica. Si possono ammirare opere di artisti eccezionali come Tiziano, Il Greco, Il Veronese o Luca Giordano. Il mobilio tuttavia appartiene al secolo XVIII, epoca in cui venne eretto il Palazzo dei Borboni in aggiunta a quello antico del casato d'Austria. Il palazzo si divide in saloni e camere impreziositi da ricchi arazzi, realizzati su cartoni, disegnati da Goya, facendo parte della collezione anche arazzi realizzati su cartoni di Rubens, Tenniers ed altri pittori.
Posizione geografica
San Lorenzo dell'Escorial, a 50 chilometri da Madrid, è la localitá più visitata di tutta la Comunità madrilegna. Si raggiunge in macchina con l'autostrada prendendo la strada statale N-VI o attraversando il passo di Galapagar per la C-505. Ci sono autobus di linea che fanno il servizio Madrid-L'Escorial. Ci sono anche un gran numero di treni che partono da Madrid dalla stazione di Príncipe Pío, Atocha e Chamartín. La frequenza dei servizi di treno e autobus viene incrementata notevolmente in estate.
L'orario delle visite al Monastero è:
Chiuso tutti i lunedi e in alcuni giorni festivi.
El Escorial ed il Tempio di Salomone
Già nel secolo XVI si parlava del rapporto tra El Escorial (1563-1583) ed il Tempio di Salomone, ma quasi sempre in riferimento ai soli aspetti simbolici. Fin dalla sua gioventù trascorsa nei Paesi Bassi, Filippo II, per la sua prudenza e saggezza veniva paragonato al re ebreo, con il quale condivideva il titolo di re di Gerusalemme. Il re era «un prudente Salomone» (Bruxelles, 1549), «Salomone Secondo»; fu incoronato re mentre il padre era ancora in vita, «come in altri tempi Davide diventando anziano volle fare con suo figlio», (abdicazione di Bruxelles, 1555). Le citazioni fanno risaltare la componente dinastica di Davide e Salomone e la saggezza di quest'ultimo. La figura di Filippo II compariva nelle vetrate (Gouda, 1557) e quadri (Cattedrale di Gand, 1559) con temi salomonici. I libri sull'educazione dei principi -di stampo erasmiano- presentavano Salomone circondato dai consiglieri come modello per Filippo (Filippo della Torre, Anversa, 1556), sottolineando la differenza tra lui ed i bellicosi Davide-Carlo V. Dal 1540 inizia a comprare una gran quantità di libri sul Tempio e sostiene le spese per la committenza di alcune opere, (Gioseffo, Anversa, 1555); persino arriva a chiamare Salomón uno dei tre cani che possiede a Bruxelles.
Il salomonismo di Filippo II è indubbio, ma le due fonti sull'origine salomonica dell'impianto architettonico di El Escorial ce le forniscono il Card. Poole, cugino della regina Maria Tudor, e François Richardot, vescovo di Arras, che sollecitano Filippo a portare a termine "il Palazzo che suo padre aveva iniziato" e a "ricostruire il vero Tempio di Dio che è la Chiesa", proprio in occasione delle sue nozze (Londra, 1554) e del funerale di Carlo V (Bruxelles, 1558). Quello fu il momento in cui Filippo II assunse l'impegno di creare l'edificio più idoneo per il suo illustre progenitore e la nuova dinastia austriaca. La propria tomba e quella del padre sarebbero state eseguite secondo le semplici disposizioni, modulazioni e misure dell'Edificio Perfetto: il Tempio di Gerusalemme.
In concomitanza con le ultime sessioni del Concilio di Trento (che ebbe termine nel 1563), Filippo II si allontana dal salomonismo e intende trasformare il suo edificio in modello universale della Controriforma. Dopo aver stabilito la corte a Madrid (1561), i riferimenti salomonici -così importanti nei Paesi Bassi- fornirono molti spunti dialettici sulla Fama Eterna della dinastia austriaca, sulla vittoria di San Quintìn sulla Francia e sui venerati santi cattolici (San Lorenzo, reliquie, quadri, ecc.). Dopo l'arrivo di Benito Arias Montano a El Escorial proveniente dalle Fiandre nel decennio del 1570, che tanto avrebbe influito nella collocazione delle statue di Salomone e Davide nel portale della Chiesa nel 1584 (rapportandosi alle leggende del Tempio) , i cronisti dell'epoca e tutta una generazione di studiosi del Tempio di Salomone tornano a dar rilievo al simbolismo salomonico dell'opera, ma nel contempo si lasciano andare a lunghe disquisizioni sulle dimensioni del Tempio di Salomone e di El Escorial, o sui differenti costi, come facevano lo stesso Montano, Sigüenza y Villalpando.
Ma l'argomento principe di cui ci interessiamo è il parallelismo tra l'architettura del Tempio e quella del Monastero. I critici moderni si sono limitati ad indicare le similitudini del monastero con la ricostruzione ideale del Tempio di Ezechiele che Villalpando pubblicò quando ebbe termine El Escorial. La mia tesi propone una nuova visione architettonica e della lettura delle fonti. In realtà ci furono tre differenti progetti per il Tempio di Gerusalemme: quello di Salomone (965 a.C.), quello di Erode (contemporaneo di Cristo, edificato in stile classico durante la dominazione romana), e quello di Ezechiele (grandioso ma mai realizzato). Il Secondo Tempio viene descritto nell'opera del "dimenticato" storico ebreo-romano Flavio Giuseppe (90 d.C circa) ma non dalla Bibbia, e questa fu considerata dal Concilio di Trento una fonte eterodossa soprattutto perché era quella usata dai protestanti ed ebrei per il commento delle Sacre Scritture.
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Le similitudini fra questo Secondo Tempio e la parte dell'edificio del convento di El Escorial sono straordinarie. Le misure e la composizione modulare coincidono con esattezza considerate in cubiti ebraici, come le riporta Erodoto (1 cubiti = 32 dita = 53,98 cm). L'orientamento verso Gerusalemme spiega pure la variazione di 15° verso Sud Est. Lo schema architettonico (la Traza Universal) è praticamente identico nella metà Sud: ha quattro cortili di servizio in forma cruciforme, ed è diviso da una scala di un cortile maggiore, intorno al quale erano disposte le abitazioni di cento sacerdoti. Anche le torri coincidevano, prima che Herrera le ampliasse ed aggiungesse la biblioteca sopra all'ingresso, venendosi a raddoppiare il numero dei monaci ospitati. Il passaggio da questo impianto a quello definitivo fu spiegato da Fernando Chueca Goitia (1911-2004) come un adattamento alle necessità funzionali del convento. Per quanto riguarda la Basilica originale, sappiamo che fu sostituita da quella attuale su progetto totalmente nuovo di Francesco Paciotto (Urbino 1521-1591) ed Herrera, anche se ciò che conosciamo del progetto di Juan Bautista -di dimensioni minori- sembra adattarsi meglio alle misure del Tempio di Salomone.
Ma tuttavia El Escorial non lo si può considerare semplicemente una "ricostruzione" del Tempio di Gerusalemme. Il prototipo biblico -modello di architettura perfetta, poichè lo si riteneva disegnato da Dio stesso- fu piuttosto un motivo al quale ispirarsi per la ricerca di forme, idee e simboli. Le necessità reali del programma particolare di Filipo II (chiesa, convento, tomba, palazzo e, più tardi, collegio e biblioteca), lo stile architettonico dell'epoca e i problemi strutturali e dello spiccato in un' opera di tale magnitudine, imposero altre soluzioni. L'"idea" architettonica originale andò sfumandosi per rinascere alla fine dell'opera con le statue del Cortile dei Re, dove Davide e Salomone finirono col rappresentare per sempre il rapporto della contrapposizione fra il bellicoso Carlo V e il saggio Filippo II.
1) Ipotesi dell' autore: il Santuario del Secondo Tempio di Gerusalemme, all'interno dell'Atrio dei Sacerdoti, secondo la descrizione Flavio Giuseppe (I secolo d.C.). Nella parte inferiore, i suoi quattro atrii per i servizi (Atrium culinarii) divisi da una scala dell'Atrio dei Sacerdoti. 2) Ipotesi di Chueca: l'architettura del Santuario ebreo non è adatta come Basilica, per cui Francesco Paccioto ne propone una di forma quadrata come quella vaticana. Per dare luce al Cortile del Convento la chiesa doveva essere posta a Nord del medesimo (lasciandoci il Tempietto degli Evangelisti come un ricordo cicatriziale del vecchio impianto). Tuttavia la forma a "T" invertita del Santuario è perfetta per le dipendenze reali, che comprendono il presbiterio -come a Yuste- affinchè si possa partecipare alle funzioni religiose dal proprio letto restando nelle camere private. 3) Pianta definitiva di El Escorial: per recuperare la simmetria che si era persa, viene aggiunto a Nord un palazzo per gli alloggi della corte ed un seminario per le nuove generazioni di monaci, riproponendosi lo schema a cortili del convento. Il cortile viene chiuso con una grande biblioteca, riducendo il numero delle torri. Risultato finale: lo schema finale di El Escorial è un edificio formato da due rettangoli di 140x300 cubiti, che imitano lo schema e le misure del Tempio di Gerusalemme con un cortile grande e quattro cortili minori, divisi da un tempio quadrato di 100x100 cubiti, secondo le misure esterne del Santuario de Salomone. Il totale verrebbe a misurare 140+100+140 (380) x 100 cubiti (736¼ x 581¼ piedi), più del doppio del Tempio di Salomone. |